Grazie a questa crisi che ci ha massacrato, grazie alle euro-umiliazioni a cui siamo stati sottoposti, ora lOcse giudica positivamente le riforme attuate dal governo italiano! Complice il job Act (un lavoro provvisorio, ricordiamo), attraverso l’Economic Outlook Ocse scrive come in virtù di queste “riforme significative che hanno sostenuto la crescita, i progressi del governo nell’attuazione del suo piano di riforme”. Dunque e vai con le proiezioni al condizionale nei prossimi due anni l’economia italiana dovrebbe crescere a un ritmo annuo dell’1,4%, secondo lOcse infatti “la ripresa stia gradualmente accelerando, con un miglioramento del clima di fiducia di famiglie e imprese e un trend di produzione industriale in aumento, sebbene con qualche volatilità”. I consumi privati e gli investimenti, saranno i protagonisti del ritorno alla luce per il nostro Paese: i primi dovrebbero crescere rispettivamente dell’1,4 e 1,2% mentre i secondo dovrebbero aumentare dell’1,5 e del 2,6%. Ma ovviamente grazie anche al Job Act che sta “portando a una svolta nel mercato del lavoro, rendendo la crescita più inclusiva”. Ma l’Ocse va oltre suggerendo addirittura la creazione di una Agenzia Nazionale del Lavoro che permetterebbe “di definire e coordinare le politiche attive del lavoro fra le diverse regioni, contribuendo a dare lavoro di buona qualità a un maggior numero di persone”. Cè poi da dire che “le riforme su bancarotta, sistema scolastico, concorrenza e pubblica amministrazione rafforzeranno la crescita”. Ed anche qui, sempre secondo l’Ocse la creazione di una ’bad bank’ “potrebbe dare un notevole contributo a rafforzare la ripresa degli investimenti”. Quindi, sempre lOcse, sottolinea che se l’Italia “spostasse in maniera permanente il carico fiscale dal lavoro su consumi e immobiliare, rafforzerebbe le fondamenta di una crescita più sostenuta e più inclusiva”. Infine, in un tourbillon di cifre, dati, numeri in divenire, dopo aver lodato le riforme italiane, ed averne consigliato ulteriori mosse da attuare ( nel 2016 il governo italiano dovrebbe usare appieno la flessibilità concessa dalle regole europee per aumentare gli investimenti pubblici ed abbassare le tasse”), lOcse volge anche uno sguardo all’economia mondiale per la quale, le stime effettuate “mostrano una modesta ripresa sia del commercio globale che del Pil”. A pesare sull’andamento globale è l’andamento delle economie dei Paesi emergenti che “rappresentano un elemento chiave di incertezza, dato il loro importante contributo al commercio globale e alla crescita del Pil”. Vabbe, ad ogni modo per noi, la crisi starebbe passando,
Max